Avete presente quel caldo torrido con un tasso d’umidità del 100% che ti toglie il fiato? E le acque cristalline di spiagge bianchissime da cartolina? Piramidi e torri Maya ne abbiamo? Bene indossiamo il sombrero, stappiamo una birra ghiacciata e partiamo per uno dei viaggi più avvincenti che abbia mai fatto.
Oggi vi porto in Messico e più precisamente nella penisola dello Yucatan, culla dell’antica civiltà Maya, ricca di storia, siti archeologici, cultura e incontaminate spiagge caraibiche (tra le più belle al mondo).
Il viaggio in aereo non è stato di certo uno dei migliori che ricordi, le ore sono molte (circa 11) e il volo charter non è tra i più confortevoli. Ricordo che in quel periodo (2010), il vulcano islandese Eyjafjöll con la sua eruzione aveva paralizzato il traffico aereo dell’intera europa.
Pensando al Messico mi tornano in mente una serie di flashback che, come diapositive avanzano ad ogni battito di ciglia…
Ho visto gente che sembrava avere 60 anni ma in realtà ne aveva 30, ho visto la barriera corallina e l’unico tempio Maya costruito lungo la costa a strapiombo sul mare (Tulum). Ho visto gente preparare il caffè con la moca e usare una bombola ossidrica come fornello. Ho visto i mercati di frutta e verdura, di carne e pesce (ai nostri NAS sarebbero venuti i capelli bianchi). Ho fatto il bagno in laguna tra le mangrovie e mi sono tuffato in un “cenote” (piscine naturali formate dallo sprofondamento del suolo calcareo con piccoli bacini idrici nascosti). Ho mangiato i veri “burritos” e sorseggiato birre “Sol” ghiacciate, ho bevuto “margarita” e nuotato con le tartarughe. Ho conosciuto compagni di viaggio in gamba con cui sono ancora oggi in contatto. Perchè si sa, ogni viaggio ti lascia qualcosa dentro, che sia una serie di ricordi o di emozioni, di profumi o di sapori.
Questo è stato il mio tragitto alla scoperta dello Yucatan, un viaggio che rimarrà impresso nella mia mente come uno dei più belli di sempre.
Giorno 1: Roma Fiumicino > Cancun.
Dopo 11 ore di volo l’unica cosa da fare è rilassarsi in un albergo in riva al mare oppure uscire a fare baldoria per i numerosissimi locali sparsi per la città. Il più famoso è il “Coco Bongo“ arrivato all’apice della notorietà per essere stata la location del film The Mask. Cancun è divisa in due parti, la Ciudad Cancun dove vive la popolazione locale e la zona Hotelera che si estende nel mar dei Caraibi collegata alla terra da un lembo che forma una L rovesciata all’interno della quale rimane chiusa una splendida laguna blu.
Giorno 2: Chichen Itza, Merida
Dopo una sana e meritata dormita siamo partiti presto da Cancun alla volta di Chichen Itza, sicuramente il sito Maya più conosciuto e visitato dell’intero Yucatan. La guida ci ha portato a spasso per la piana dell’antica città Maya, abbiamo visto il Castello dedicato al dio Kukulkan (la famosa piramide), l’osservatorio, il campo della Pelota ecc… Sembrava quasi di essere stati catapultati nel film Apocalypto (ma senza spargimenti di sangue).
Finito di visitare Chichen Itza ci siamo diretti verso Merida, una splendida città che ci ha fatto da base strategica per i successivi spostamenti.
Giorno 3: Merida
Merida è una città dalle mille risorse e dai mille volti. Allegra e piena di vita, tra le sue strade è possibile trovare ogni sorta di merce (legale e non). La città è da sempre il fulcro commerciale della regione.
Abbiamo fatto un giro al Palacio de Gobernador, alla Cattedrale, e a Plaza Grande che di sera si anima con vivaci spettacoli di artisti di strada, ritmi caraibici, bancarelle e buon cibo.
In Messico c’è una vera e propria cultura del “cappello”, ce ne sono davvero di varie forme e colori, la maggior parte fatti a mano da abili artigiani del posto, che intrecciano paglia e fibre vegetali. Si va dal classico sombrero di paglia tutto colorato, al sombrero ricoperto di velluto e lustrini (per le cerimonie/feste). Poi ci sono i tradizionali cappelli in Jipi (un tipo di palma dal Guatemala) chiamati “Panama”; più fina è la trama, più il cappello sarà pregiato. Ci vogliono all’incirca 2 settimane di lavoro per produrre un pregiato cappello Panama, la produzione di questi artigiani si svolge principalmente a Becal, pochi chilometri da Merida.
Giorno 4: Uman, Uxmal, Santa Elena, Kabah
Di prima mattina ci siamo diretti a Uman per visitare uno dei più grandi ed importanti mercati di frutta, verdura, carne e pesce della zona. Una profusione di colori, odori e sapori unici nel loro genere. Frutta tropicale che non avevo mai visto e spezie piccanti preparate localmente sono stati la mia spesa/souvenir del giorno. Non sono mancate le trattative per accaparrarsi al miglior prezzo amache e sombreri intrecciati a mano.
Abbiamo visitato poi le antiche rovine di Uxmal. Un progetto maestoso, uno spettacolare ambiente selvatico e piramidi e templi di pietra calcarea rosa rendono Uxmal una delle città antiche più pittoresche della regione. La parte centrale del sito archeologico è la Piramide dell’Indovino, dalla forma ovale è unica nel suo genere ed è la struttura più alta dell’intero sito.
Lasciatoci il sito archeologico di Uxmal alle spalle abbiamo proseguito il tour andando a visitare una tipica casa rurale a Santa Elena. Il padrone di casa ci ha mostrato come intreccia manualmente le corde fatte con le fibre ricavate dalle foglie di agave (pianta molto pregiata e dalla quale viene estratta la Tequila). Nel frattempo la moglie preparava le famose Tortillas Messicane.
La capanna dove vivevano era molto piccola e composta da un unico ambiente con due pali al centro dove, durante la siesta e la notte vengono montate le amache.
Abbiamo proseguito poi per l’ultima visita della giornata: le antiche rovine di Kabah. Kabah è il secondo sito più importante della regione dopo Uxmal. Nella lingua Maya, il suo nome sta a significare “Signore dalla mano forte e poderosa”, forse associato con la rappresentazione che c’è all’entrata del sito. Il Palazzo è l’edificio più grande del sito, esempio dell’inconfondibile stile Puuc caratterizzato da grandi complessi palaziali a pianta rettangolare, gruppi di colonne alternate a pannelli incorniciati, maschere di Chaac sulla facciata e mosaici di pietra quasi “barocchi”.
Finito il tour si ritorna nuovamente a Merida per la notte.
Giorno 5: Celestun
Il quinto giorno ci siamo immersi nella riserva naturale di Celestun, dove i fenicotteri rosa sono più numerosi degli abitanti stessi. Celestún, che in maya yucateco significa “pietra dipinta”, è un tranquillo villaggio di pescatori che si trova a ovest di Mérida, lungo la costa dello stato dello Yucatán. Questa località ospita tratti isolati di magnifiche spiagge e palapas, piccoli ristorantini dal tipico tetto di foglie di palma. La Reserva de la Biósfera di Celestún è parte di un fragile ecosistema, al cui interno l’acqua dolce dei fiumi si mescola con l’acqua salata del Golfo del Messico, creando così un habitat perfetto per i fenicotteri e per tutti gli altri uccelli acquatici.
Non poteva mancare il bagno in laguna tra le mangrovie.
Siamo poi ritornati nuovamente a Merida per trascorrervi l’ultima notte.
Giorno 6: Cobà, Tulum, Playa del Carmen
Abbiamo salutato la città di Merida molto presto per dirigerci verso il sito archeologico di Cobà, ancora in gran parte coperto dalla folta vegetazione della giungla. E’ difficile credere che una volta Coba sia stata una delle più importati città della civiltà Maya. Questa volta abbiamo girato tra le rovine a bordo di un risciò 🙂 una gran bella avventura!
Nella strada del ritorno ci siamo fermati per una rapida sosta in un cenote. Delle scalette di legno ci hanno portato nel sottosuolo tramite una stretta feritoia dove uno specchio di acqua cristallina si è aperto ai nostri occhi. L’ambiente era abbastanza buio, illuminato da piccole aperture del terreno e luci artificiali. Un pò inquietante ma un’esperienza mistica e bellissima. Si dice che i Maya venissero in questi luoghi per mettersi in contatto con le loro divinità.
Il tour continua con la visita all’ultimo sito archeologico, quello più bello e suggestivo, nonchè l’unico costruito dai Maya a strapiombo sul mare: Tulum.
L’edificio più importante di Tulum è senza dubbio El Castillo, situato nei pressi dell’approdo di una piccola insenatura che fungeva da porto. Purtroppo la sua posizione sulla costa ha fatto si che fosse la prima città Maya ad essere avvistata e invasa dagli spagnoli il 3 marzo del 1517.
Il tour “culturale / archeologico” si conclude con l’arrivo a Playa del Carmen dove abbiamo trascorso gli ultimi giorni del nostro soggiorno in Messico, tra spiagge bianchissime e freschi cocktail tropicali.
Giorni 7 Playa del carmen, Playa de Akumal
Playa del carmen è una meta prettamente turistica. Il mare è incantevole e le spiagge bianchissime proprio come nelle cartoline. E’ possibile prenotare in loco una marea di tour e visite guidate anche in lingua italiana. Noi abbiamo optato per la riserva naturale di Sian Ka’an e Punta Allen per l’indomani.
Akumal che in lingua Maya vuol dire: Luogo delle Tartarughe, è la spiaggia dove vanno a riprodursi questi splendidi animali. E’ possibile fare attività quali snorkel e nuotare insieme alle tartarughe che qui vivono serenamente a stretto contatto con l’uomo.
Giorno 8 Sian Ka’an, Punta Allen
La riserva della biosfera di Sian Ka’an ha un’area complessiva di 5280 kmq. E’ proprio qui che parte e si estende la seconda più grande barriera corallina al mondo dopo quella Australiana. Abbiamo fatto un bagno nelle “piscine naturali” dove la sabbia del fondale è di color rosa; si distinguono chiaramente piccoli frammenti rossi di corallo uniti a una sabbia finissima e bianchissima.
Ovviamente un pò di sano e tranquillo snorkel è d’obbligo!
Giorno 9 Cancun > Roma Fiumicino Aeroporto.
La traversata del ritorno è stata più veloce, in 9 ore eravamo a Roma Fiumicino (durante il ritorno gli aerei fanno una rotta differente dall’andata).
Il Messico è un gran paese, che va vissuto e non “visitato”.