Irpinia: terra di Fiano, Greco e Aglianico!
La nostra avventura in Irpinia, grazie ad Insolita Italia, continua dopo il primo post, e vede come fulcro la Tenuta Cavalier Pepe, nella persona di Milena Pepe.
La Tenuta Cavalier Pepe
Milena, presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia, ci ha spiegato quanto siano importanti le materie prime per ottenere un vino di alto livello… L’elemento fondamentale, che veicola l’eccellenza nella viticoltura è il “Terroir” cioè il terreno. Esso si compone di vari elementi: clima, suolo e uomo.
L’uva in queste terre gode del fresco clima degli Appennini da 300 a 1800mt di altitudine. La presenza di un costante e leggero vento, unita al caldo sole, tiene le uve asciutte. In questa zona della Campania, le uve sono dette “tardive” in quanto maturano generalmente nel mese di ottobre. La particolarità di queste vigne è il fatto che non vengono annaffiate, le loro radici scavano in profondità per catturare i preziosi elementi e minerali del terreno. I suoli, fertilissimi, sono per lo più argillosi e calcarei con molti elementi vulcanici. L’argilla dona al vino volume, il calcare invece struttura e mineralità. Gli elementi vulcanici (ceneri sottili del Vesuvio) danno al vino questa persistenza e lunghezza aromatica. Tutti questi elementi portano preziose peculiarità al vino.
La Tenuta Cavalier Pepe, con i suoi 55 ettari di vigna che si estende dal comune di Luogosano, Sant’Angelo all’esca e Taurasi produce vini di gran livello da uve autoctone. I vigneti rossi sono Aglianico (che dopo 3 anni di affinamento diventa Taurasi), Vigneti bianchi coda di volpe (irpinia coda di volpe doc in purezza), greco (greco di tufo dogc), Fiano (fiano di Avellino) e falanghina.
Come detto sopra, il “Terroir” si compone anche dell’elemento “umano”… in questa categoria confluiscono generazioni di famiglie che hanno sviluppato e lavorato per raggiungere come risultato vini di spessore. Negli anni hanno, infatti, capito dove e come vendemmiare, quali i migliori vitigni, come selezionali e prendersene cura.
Taurasi, incontro con i produttori locali e cena al castello
Uno dei modi migliori per scoprire un territorio e le sue antiche tradizioni è sedersi a tavola e assaggiare quanto di più autentico ha da offrirci. A Taurasi, nell’antico e suggestivo castello del borgo, una cena in pieno stile Irpino preparata dagli chef Giovanni Mariconda, Luigi Vitiello e Gaetano Cerciello mi ha lasciato senza parole. Il tutto in collaborazione con Tenuta Cavalier Pepe, Coldiretti Campania, Colti e Mangiati, FIC e Aprol Campania. Gli chef si sono susseguiti con piatti della tradizione Irpina rivisitati e arricchiti con la loro esperienza e creatività.
Calitri e le sue grotte di stagionatura!
Il piccolo paese di Calitri sembra essere un presepe, formato da case colorate, come pezzi di puzzle incastonati l’uno all’altro. La particolarità del paese è la sua ricchezza di grotte di tufo (roccia arenaria che traspira) che permette di avere una temperatura costante tutto l’anno.
La maggior parte delle grotte è stata adibita alla stagionatura di prodotti tipici quali formaggi e salumi. Vengono infatti lavorati con materie prime d’eccellenza prodotti che riescono a stagionarsi in maniera perfetta. Ci spiegavano i produttori locali, che l’umidità deve entrare dentro al prodotto senza però portarsi dietro le muffe. I formaggi vengono dunque puliti una volta al mese per 6 mesi. Tipici di queste zone sono anche la soppressata, la salsiccia e il capocollo irpino. I salumi vengono puliti 3 volte l’anno. Non vengono utilizzati additivi chimici ma, secondo la tradizione, solo carne e aromi.
L’Irpinia a 1000mt. – Santuario San Salvatore
Per godere di una magnifica vista panoramica, non si può non fare un salto al Santuario del SS Salvatore a Montella.
Eretto a 954 metri di altitudine sul livello del mare, sulla sommità di un monte isolato dal resto della catena montuosa dei Monti Picentini, il santuario domina tutta la vallata sottostante.
La facciata del Santuario, ristrutturata nel 1979, si presenta semplice ed essenziale. L’ingresso dell’attuale chiesa settecentesca è preceduto da tre arcate con colonne che immettono in un piccolo atrio; da qui si accede al Tempio e, già entrando, si è toccati da un’atmosfera di sacro e silenzio, che emoziona.
La Mappata al Bio parco fattoria Rosabella
La mappata (o mappatella) è stato l’emblema della cultura rurale del secolo scorso. Veniva annodata e appesa al bastone, un pasto take-away per spezzare la dura giornata lavorativa nei campi.
Scoprire il bio parco fattoria Rosabella a Montella, è stata un’esperienza bellissima. Un luogo verdissimo, silenzioso ma attrezzato con tavoli e panchine. Gli unici rumori sono gli uccellini e il fragore delle acque del vicino ruscello.
Risalendolo, si arriva ad una cascatella molto suggestiva (ovviamente sono stato l’unico matto a provare l’ebrezza di immergermi nelle gelide acque eheheh).
Parco archeologico di Mirabella Eclano
Gli amanti della storia, dell’archeologia e dell’antica Roma, non possono non fermarsi nel Parco Archeologico di Aeclanum, situato presso la frazione Passo di Mirabella.
La nascita del centro di Aeclanum, fondata dalla tribù sannita degli Irpini, risale alla fine del III secolo a.C. Nella prima metà del 1900 furono eseguiti i primi scavi archeologici che misero in luce i resti e le tracce di costruzioni risalenti al periodo imperiale: il macellum (mercato coperto), le terme e diverse case.
Le fonti storiche parlano di Aeclanum come luogo abitato fino al VII secolo d.C.. Il suo declino è collegato all’arrivo dei Longobardi nel 570 e fu definitivamente distrutta nel 662 dall’imperatore Costante II.